Patologie del nervo ottico: cosa è bene sapere

Quando l’oculista vi raccomanda di sottoporvi con regolarità ad una visita oculistica completa, vi sta dicendo indirettamente che l’occhio è un organo sensibile e che richiede di essere visitato con attenzione in ogni sua parte per essere certi che sia in salute e ben funzionante.

Ci sono patologie infatti, che hanno bisogno di esami specifici per essere individuate in modo tempestivo ed evitare così che compromettano la vista, purtroppo spesso in modo permanente.

Una parte di queste patologie riguarda il nervo ottico.

Il nervo ottico è il nervo sensitivo che collega ognuno dei globi oculari, tramite le vie ottiche, alla parte del cervello responsabile della visione, situata nel lobo occipitale.

La funzione del nervo ottico è quella di trasportare le immagini ricevute dal sistema visivo, trasformate in impulsi nervosi, fino al cervello, dove verranno elaborate.

Quali sono le problematiche che possono colpire questa parte dell’occhio? Quali sono i fattori scatenanti? Si possono curare?
È quello che cercherò di spiegarvi nelle righe che seguono.

La neurite ottica è una grave patologia del nervo ottico, che colpisce principalmente i soggetti in età compresa tra i 18 e i 50 anni. Si tratta di una patologia da non sottovalutare, in quanto può portare ad una importante riduzione della capacità visiva e in alcuni casi addirittura alla cecità.

Solitamente si presenta solo in un occhio, ma può capitare che il problema si evolva in forma bilaterale, aumentando il rischio di perdere del tutto la vista. La neurite ottica può essere divisa in tre categorie:

  • Neurite ottica ischemica anteriore
  • Neurite ottica tossica
  • Neurite ottica retrobulbare

Vediamole quindi insieme nello specifico per imparare a distinguerle.

1. Neurite ottica ischemica anteriore

La neurite ottica ischemica anteriore può essere spiegata come un infarto della parte anteriore del nervo ottico: il sangue non raggiunge correttamente le vie visive causando un danno delle fibre nervose.
Il sintomo principale è rappresentato da una forte riduzione della vista, che avviene generalmente nella parte centrale del campo visivo (più raramente in quella superiore o inferiore).

La neurite ottica ischemica può presentarsi in due forme distinte: la forma non arteritica e la forma arteritica.
La forma non arteritica è causata dall’occlusione delle arterie che irrorano gli occhi; da cosa è causata l’occlusione? Di solito dipende:

  1. da una particolare conformazione della testa del nervo ottico
  2. oppure da ipertensione arteriosa, diabete, fumo, colesterolo alto, infarto del miocardio.

La forma arteritica invece è una delle conseguenze dell’Arterite di Horton, una malattia autoimmune che colpisce i vasi sanguigni.

Entrambe queste forme possono essere diagnosticate attraverso una visita oculistica completa che preveda:

  • un esame del fondo oculare
  • un esame del campo visivo;

La conferma della diagnosi avviene solitamente tramite fluorangiografia e per l’Arterite dì Horton tramite esami ematochimici con VES e PCR.

Come si può curare la neurite ottica ischemica anteriore?

Entrambe le forme vengono trattate con la somministrazione di steroidi da assumere per via orale o endovenosa. Il trattamento della forma arteritica di questa patologia dipende però anche dal percorso di cura previsto per l’Arterite di Horton.

2. Neurite ottica tossica

Veniamo quindi alla seconda categoria di neurite, quella ottica tossica.

È causata, come suggerisce il nome stesso, da un’intossicazione dovuta all’ingestione o all’assorbimento di alcuni principi attivi farmacologici o di sostanze con effetti tossici: una forma frequente è l’alcol tabagica che colpisce i grossi fumatori e bevitori.

Si manifesta generalmente con una importante riduzione della capacità visiva (che avviene in maniera graduale e può colpire uno o entrambi gli occhi) e con scotoma, cioè con la formazione di un’area di cecità nel campo visivo.

La terapia principale è basata sulla sospensione immediata dell’assunzione della sostanza che potrebbe essere la causa del problema e sulla somministrazione di vitamina B.

3. Neurite ottica retrobulbare

La neurite ottica retrobulbare consiste nell’infiammazione della parte posteriore del nervo ottico e può essere causata da differenti fattori: patologie infettive, traumi all’occhio, alterazioni arteriosclerotiche delle arterie celebrali anteriori, intossicazioni.

I suoi sintomi sono in parte gli stessi di altre forma di neurite: offuscamento delle immagini, scotoma, percezione alterata dei colori, e dolore oculare. A tali sintomi sono talvolta associati foseni, cioè piccole scintille o puntini luminosi che disturbano la visione. L’esame del fondo oculare all’inizio è normale e alterazioni della papilla ottica possono manifestarsi nel tempo.

Nel giro di circa due settimane dalla comparsa dei sintomi si verifica il peggioramento della funzione visiva che, se trattata correttamente, può invece migliorare in 30-45 giorni.

La diagnosi della neurite ottica retrobulbare può essere effettuata tramite visita oculistica con esami specifici per valutare lo stato del campo visivo e la salute del nervo ottico. Molto importante è anche il test PEV (potenziali evocativi visivi), con il quale si analizza in profondità la corteccia visiva oltre che il nervo ottico.

La terapia per questa patologia consiste solitamente nella somministrazione di corticosterodi in grado di far regredire l’infiammazione, limitando i danni e accelerando il recupero della visione (che avviene di norma nel giro di poche settimane).